Dario Iafusco: "Il DIABETE E L'ALIMENTAZIONE. I DISORDINI ALIMENTARI"

L'alimentazione, in età pediatrico-adolescenziale, fa arte integrante, insieme con la terapia insulinica e un corretto esercizio fisico, della terapia del diabete mellito tipo 1. L'alimentazione del bambino con diabete deve consentire un normale accrescimento e contribuire alla prevenzione delle complicanze. Nello stesso tempo non esistono peculiarità alimentari del bambino con diabete il quale deve alimentarsi come tutti i coetanei che si alimentano in maniera sana ed equilibrata.
Per tale motivo, i bambini con diabete italiani sono particolarmente fortunati rispetto ad altri bambini con la stessa patologia che vivono in altri Paesi. Infatti, in Italia, la dieta mediterranea e meridionale in particolare risponde perfettamente alle esigenze nutritive e di suddivisione degli alimenti e dei nutrienti richiesti per i pazienti con diabete al punto che altri Paesi stanno cercando di imitare ed importare le nostre abitudini alimentari. Solo nel 1996 fu pubblicato un importante studio europeo che coinvolse ben 30 Paesi nell'ambito del progetto EURODIAB che dimostrò inequivocabilmente che l'Italia è il Paese in cui si mangiano meno grassi animali e si rispettano perfettamente le raccomandazioni della buona alimentazione. Paradossalmente, però, proprio in questi ultimi anni, le abitudini alimentari degli italiani stanno cambiando e si stanno importando alcuni malcostumi alimentari di altri Paesi occidentali.

Per quel che riguarda le caratteristiche dell'alimentazione del bambino con diabete dobbiamo prendere in esame i seguenti parametri:
Energia
Carboidrati
Proteine
Lipidi
Fibre

Per quanto riguarda i fabbisogni di energia da assumere essi dipendono dall'età e, in pratica, è necessario assumere circa 1.000 Kcal + 100 Kcal per ogni anno di età da 1 a 12 anni. Un bambino di 2 anni, per esempio, deve assumere circa 1.200 Kcal al giorno per sopperire ai propri bisogni. E' ovvio che la quantità di energia assunta è correlata a quella spesa nel senso che ovviamente, se si consumano più calorie rispetto a quelle assunte si dimagrisce mentre se si assumono più calorie rispetto a quelle spese si aumenta di peso.
In realtà nel bambino con diabete l'aumento o la diminuzione di peso non dipendono unicamente dalle calorie assunte ma anche dal fabbisogno insulinico e dalla dose praticata. Infatti pazienti over-insulinizzati aumentano velocemente di peso mentre, al contrario, pazienti che praticano una dose di insulina inferiore rispetto al loro fabbisogno possono perdere peso anche in breve tempo.

Per quanto riguarda l'apporto di carboidrati, ormai è noto che questi non devono essere eccessivamente ridotti nell'alimentazione del paziente con diabete mellito trattato con insulina ma, a seconda dello schema insulinico praticato, deve cambiare la tipologia e gli orari di assunzione. Nei regimi insulinici multiinettivi "tradizionali", infatti, le "valli" e i "picchi" creati dalla farmacocinetica delle insuline rapide ed intermedie prevedono l'assunzione di tre pasti principali (colazione, pranzo e cena) e almeno tre spuntini (a metà mattinata, a metà pomeriggio e al "bed time"); in schemi insulinici cosiddetti "basal bolus" nei quali l'insulina basale è costituita da insulina glargine o detemir e i boli sono in genere costituiti da insulina ultrarapida (Lispro o Aspart), tali spuntini possono essere anche evitati senza eccessivo pericolo di ipoglicemie. In pazienti in terapia con microinfusore è possibile praticare spuntini o pranzi contenenti glucidi applicando la regola del "calcolo dei carboidrati" modificando, quindi, la quantità di insulina ad azione rapida somministrata a seconda della quantità di zuccheri assunti.
Per quel che riguarda l'utilizzo di spuntini e merende, ci siamo sempre più convinti che, per una questione di emulazione e di omologazione delle abitudini alimentari, non è possibile rinunziare alle merendine ed ai prodotti preconfezionati. Questi ultimi, infatti, sono ormai fortemente pubblicizzati e la loro abolizione dalla dieta risulta estremamente discriminante. Lo scambio della merendina tra compagni di classe, inoltre, è estremamente di moda tra i bambini di ogni età. Per tali presupposti, dunque, recentemente abbiamo preso in esame la composizione di energia, carboidrati totali, zuccheri semplici e nutrienti di più di 1.500 merendine preconfezionate . Per tale ricerca siamo stati estremamente facilitati dal fatto che la legislazione italiana prevede, da alcuni anni, l'obbligo di indicare le tabelle nutrizionali su tutti i prodotti industriali.
Abbiamo quindi provato, con successo, a sostituire gli spuntini e le merende tradizionalmente utilizzati nell'alimentazione del bambino con diabete, con prodotti dolciari e salati del commercio preparando schemi alimentari che li comprendevano . L'operazione è stata accolta dai pazienti con grande euforia e contentezza senza compromettere in alcun modo il buon controllo metabolico.
Se da un lato, infatti, le merendine dei pazienti con diabete dovevano essere "competitive" con quelle dei coetanei, contemporaneamente le "regole della buona alimentazione" sono state accettate anche dalle industrie alimentari maggiori che hanno preparato prodotti mono-porzionati che rispettano sempre di più i fabbisogni di nutrienti.
Il rate e la velocità di assorbimento dei carboidrati dipendono non solo dal tipo di molecola (glucidi semplici e glucidi complessi) ma anche dal tipo di alimento nel quale sono contenuti. Per esempio, nell'ambito dei primi piatti, il tipo e la forma della pasta condizionano l'assorbimento dei carboidrati in essa contenuti. La pastina piccola, infatti, si assorbe molto più velocemente rispetto alle penne o alla pasta grossa che, a loro volta, si assorbono più velocemente rispetto agli spaghetti. Inoltre l'assorbimento dipende dal tipo di cottura. La pasta al dente, per esempio, si assorbe meno rispetto a quella scotta.
L'assorbimento dei carboidrati dipende, inoltre, dalla presenza o meno di fibre del piatto. Tipico esempio è il minestrone nel quale la pastina si assorbe molto lentamente poiché è assunta insieme a fibre solubili quali quelle dei legumi o a fibre insolubili contenuti nelle verdure. Questo è il motivo per cui è estremamente utile che il paziente con diabete assuma piatti ricche di fibre.
Altro fattore che condiziona l'assorbimento dei cibi ed, in particolare, dei carboidrati è il tempo di svuotamento gastrico che è direttamente proporzionale alla quantità di lipidi contenuti negli alimenti.

Per quel che riguarda i lipidi, è molto importante, per prevenire le dislipidemie che possono essere presenti nel bambino e nell'adolescente con diabete soprattutto in cattivo controllo metabolico, che il paziente riesca a ridurre nella propria alimentazione il contenuto di grassi animali. Ciò si può ottenere attraverso una accurata scelta dei prodotti alimentari. Preferire il prosciutto crudo a quello cotto, ad esempio, è utile poiché nel primo tipo, al contrario del secondo, è possibile distinguere agevolmente il grasso (parte bianca) dalla parte proteica (parte rossa) ed eliminarlo accuratamente. A questo proposito, ancora una volta, l'industria alimentare sta sempre più venendo incontro alle esigenze del bambino con diabete attraverso l'introduzione in commercio di prodotti "light" a basso contenuto di grassi animali che possono essere senz'altro consigliati e preferiti agli analoghi prodotti "non light". Questi prodotti a basso contenuto di grassi sono, inoltre, estremamente di moda e, quindi, oggi divenuti molto più "omologanti" di un tempo.
E' sempre utile insegnare al bambino o all'adolescente con diabete l'utilità del "degrassare" la carne rossa e/o preferire le carni bianche o il pesce che per definizione contengono un minore quantitativo di lipidi. Perfino le fritture non devono essere abolite dall'alimentazione del bambino con diabete purchè si prendano alcuni accorgimenti "ecologici" quali:
Utilizzare sempre olii vegetali (extravergine d'oliva o di semi)
Cambiare l'olio ad ogni frittura per evitare l'irrancidimento
I pezzi di alimento da friggere devono essere sempre molto piccoli in modo da cuocere velocemente
Immergere i pezzi in padella solo quando l'olio è molto caldo in modo da creare velocemente la crosta che impedisce l'entrata di eccessive quantità di grassi all'interno del prodotto
Togliere i pezzi dalla padella non appena si sia formata la crosta
Asciugare i pezzi con carta assorbente

Anche i formaggi non devono essere completamente aboliti dall'alimentazione del bambino e dell'adolescente con diabete ma è molto importante, per evitare l'abuso, non considerarli come contorno bensì come secondo piatto. A tal proposito ricordiamo che alcuni latticini come, ad esempio, la ricotta sono sicuramente meno grassi rispetto ai formaggi stagionati.

Per quel che riguarda il quantitativo di proteine nel piano alimentare del paziente con diabete esso deve essere ridotto soprattutto immediatamente dopo la pubertà per evitare il sovraccarico renale e la comparsa di nefropatia. La quantità totale di proteine non dovrebbe superare il 6-7% delle calorie totali. Purtroppo, almeno nella nostra esperienza, ciò non è sempre facile per l'abitudine scorretta ma molto radicata di mangiare il secondo piatto almeno due volte al giorno. Buona idea potrebbe essere quella di preferire le proteine vegetali a quelle animali. I cibi, infatti, ricchi di proteine animali contengono anche, contemporaneamente, molti grassi saturi e colesterolo (tranne il pesce o le carni bianche).

Anche per quel che riguarda i dolcificanti, vale lo stesso discorso che facevamo per i prodotti "light". Una volta, infatti, i dolcificanti non erano indicati nell'alimentazione del paziente con diabete poiché erano considerati estremamente "discriminanti" e "ghettizzanti" rispetto alle abitudini della popolazione sana che, abitualmente, non ne faceva uso. Invece, soprattutto negli ultimi anni, tali prodotti sono diventati di uso comune e fortemente pubblicizzati al punto tale che oggi giorno riuscire a trovare una caramella dolcificata con saccarosio è diventato una rarità!

Dal punto di vista psicologico, recentemente ci siamo chiesti se la grande attenzione che il bambino e l'adolescente con diabete devono porre alla composizione del piano alimentare potesse condizionare la comparsa di disturbi dell'alimentazione. In collaborazione con il Servizio di Diabetologia Pediatrica dell'Università di Parma abbiamo voluto studiare la prevalenza di tali disturbi psicologici in adolescenti tramite la somministrazione di un questionario "ad hoc" (EDE-Q) .

Come gruppo di controllo abbiamo utilizzato i coetanei afferenti ad alcune scuole di Napoli e di Parma. Per fortuna il nostro studio ha dimostrato inequivocabilmente che i disturbi maggiori (anoressia e/o bulimia) non sono risultati più frequenti tra i pazienti con diabete rispetto ai controlli. Al contrario, però, i pazienti con diabete presentano più comunemente i cosiddetti disturbi minori quali il "binge eating" che consiste in episodi di "abbuffate" cioè il mangiare grandi quantità di cibo in poco tempo apparentemente senza controllo. Molti pazienti con diabete, inoltre, hanno ammesso di aver cercato molte volte di influenzare il proprio peso manipolando le dosi di insulina. La nostra recente ricerca ha dimostrato che tali disturbi sono più frequenti tra i ragazzi con minore compliance alla terapia del diabete e con un più basso livello socioeconomico. Poiché, a loro volta, i disturbi dell'alimentazione e la manipolazione della dose insulinica possono condizionare il controllo metabolico dei ragazzi, il nostro lavoro ha dimostrato che è sempre importante che i diabetologi pediatri approfondiscano l'eventuale coesistenza di tali problemi psicologici legati all'alimentazione per migliorare anche la compliance terapeutica.

In conclusione possiamo dire che sicuramente l'alimentazione del ragazzo con diabete è carica di emotività. Il trattamento del diabete mellito prevede, in primo luogo, una corretta terapia insulinica che, però, deve accompagnarsi ad una corretta distribuzione dei pasti e degli spuntini. Gli italiani sono favoriti per quel che riguarda l'alimentazione del paziente con diabete rispetto ad altre popolazioni europee o extraeuropee dal momento che la dieta mediterranea risponde perfettamente ai bisogni di tale patologia. L'eccessive restrizioni alimentari possono facilitare le trasgressioni e l'utilizzo di prodotti dolcificati o "light", che sono sempre di piu' divenuti di moda e di uso comune, rappresenta un ulteriore progresso nella liberalizzazione del piano alimentare. Anche se i disturbi maggiori del comportamento alimentare come l'anoressia o la bulimia non sono frequenti tra i ragazzi con diabete, è sempre molto importante indagare e prevenire disturbi minori quali il "binge eating" e il controllo esagerato del peso corporeo attuato con la manipolazione della terapia insulinica.